Follia Conte: prorogato stato di emergenza. TACE l’opposizione.

Follia Conte: prorogato stato di emergenza. TACE l’opposizione.

Il programma estivo, sembra già essere stato deciso, cosicché l’estate italiana 2020, parrebbe essere destinata a navigare sull’onda della follia e della confusione.
“Coronavirus”, penserà qualcuno; ed invece no. Giusto per mantenere la rotta sulla direzione di totale scollamento e disinteresse dal Paese e dalle norme Costituzionali, Giuseppe Conte (che a questo punto verrebbe da chiedersi, fino a che punto possa essere definito “Presidente”) ha deciso di rendere noto, oggi 10 Luglio, anno del Signore 2020, che lo stato di emergenza, sarà prorogato, fino al 31 di Dicembre, insomma, fino alla fine dell’anno.

Senza dilungarmi, sulle valutazioni di carattere scientifico e clinico, che già basterebbero a qualificare il comunicato di C(ar)onte, come una colossale presa in giro, ai danni degli italiani, mi soffermerò qui sulle valutazioni ed implicazioni di carattere giuridico e normativo che, certamente, mi vedono più competente e credibile, nell’esprimere valutazioni ed analisi.

Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, tra fine Febbraio ed inizio Marzo, si è potuto osservare l’ex avvocato del popolo (ad oggi avvocato di sé stesso) assurgere al “dittatoriale trono democratico”, con la famosa promulgazione del celebre “Stato di Emergenza”, che lo ha visto accentrare nelle proprie mani, l’intero potere direzionale della Nazione.

Già allora, in un articolo (qui il link), avevo spiegato dettagliatamente, per quale motivo non solo Conte non potesse attuare quella ridicola procedura, ma anche di come tale procedura stessa, fosse assolutamente irregolare.
Ma, poiché osservo, come l’intrepido Giuseppe di Palazzo Chigi, abbia nuovamente steso la mano sulla sua proverbiale noncuranza delle norme Costituzionali, mi vedo qui costretto a rimarcare, approfondendolo, il concetto, facendo anche una doverosa considerazione, sullo sconcertante silenzio delle opposizioni. Ma andiamo per gradi.

Innanzitutto, cerchiamo di capire meglio, cosa sia questo tanto nominato stato di emergenza.
Lo stato di emergenza, in Italia, ha sì copertura normativa, ma non costituzionale. La legge italiana (la legge n. 225 del 1992, art. 120 per l’esattezza), prevede infatti che il Governo possa avocare a sé i poteri amministrativi della Nazione, senza passare dalla concessione parlamentare, e sostituendosi agli Enti Locali, ma solo nei casi di situazioni di tutela dell’unità giuridica o economica, qualora vi sia il pericolo per i livelli essenziali per la somministrazione delle prestazioni derivanti da diritti civili e sociali, oppure in caso di violazioni di norme sovranazionali-internazionali.
Per emergenze di altro tipo, invece, si fa rinvio all’articolo 78 della Costituzione, riguardante la proclamazione dello Stato di Guerra, che avviene però ad opera del Parlamento; ma esaminiamo il primo punto.

Come previsto dall’art. 120 della suddetta Legge, il Governo può accentrare i poteri, ma vi sono due condizioni a cui possa farlo.
Senza nominare la seconda che, ovviamente, non rientra nella fattispecie in cui stiamo vivendo, poiché non vi è pericolo per la violazione di alcuna norma internazionale, la prima condizione, è che si sostituirebbe agli Enti Locali, e non al Parlamento, e a patto che siano a rischio le prestazioni derivanti da diritti civili e sociali. Ciò significherebbe che al momento, il signor Giuseppe Conte, potrebbe sopperire ad alcune presunte mancanze da parte degli Enti Locali.

Tale affermazione appare, allo stato attuale delle cose, quantomai divertente, se non addirittura assurda. Innanzitutto va detto che, al momento, gli Enti Locali quali Regioni, Città Metropolitane, Province e Comuni, non hanno visto perdere nessuna, delle proprie prerogative e potestà territoriali ed amministrative; in secundis, andrebbe fatto notare al signor Conte ed al suo manipolo di adoratori/adoratrici, che al momento, l’unica carenza che il popolo italiano possa lamentare, dalla mancata erogazione di servizi fondamentali, sia proprio quella addebitabile a Conte ed al suo Esecutivo che, dopo ben cinque mesi, non siano ancora riusciti ad erogare la Cassa Integrazione, per i milioni di lavoratori che sono l’emblema di un’economia italiana in ginocchio. Vorrei sempre ricordare come, della famosa “potenza di fuoco”, non si sia vista ancora nemmeno la polvere da sparo.

Come si è quindi potuto osservare, il rinnovato stato di emergenza, non può fondare la sua esistenza, sull’art. 120 della Legge 225 del 1992.
Rimane quindi la seconda ipotesi, secondo la quale la stessa Legge citata, per Stati di emergenza afferenti ad altre motivazioni che non siano quelle nominate dall’art. 120, si rifaccia alle applicazioni dell’art. 78 della Costituzione che, come riportato sopra, regola la proclamazione dello Stato di guerra, ad opera però non del Governo, bensì da parte delle Camere Parlamentari.
Per un’analisi più completa, vi si invita a leggere l’articolo di cui al link sopra; ma appare comunque chiaro come, anche in questo caso, non si possa osservare il rispetto formale per la dichiarazione dello stato di emergenza (ATTRAVERSO LA DICHIARAZIONE DELLO STATO DI GUERRA), poiché assolutamente il Parlamento non si è espresso in tal senso. Qualora avvenisse ciò, il Parlamento dovrebbe contestualmente rimettere TUTTI i suoi poteri nelle mani del Governo, rinunciando di fatto a riunirsi sia in Assemblea di Camera, che anche in Assemblea Comune. Ciò ovviamente non è avvenuto poiché, non solo il Parlamento non ha proclamato alcuno stato di guerra, ma anche e soprattutto perché il Parlamento è ben aperto e funzionante.

Al termine di questa analisi, appare evidente ad ogni lettore, che il preannunciato rinnovamento di questo cosiddetto (ma inesistente, di fatto) stato di emergenza, sia totalmente inesistente, da un punto di vista normativo, ed INCOSTITUZIONALE, dal punto di vista più importante della Costituzione stessa.
Alla luce di tutto ciò, appare quantomai strano ed inspiegabile, il silenzio di un’opposizione totalmente impalpabile, dal punto di vista politico e normativo.
Oltre, infatti, ad essere attivi sui social, attraverso la scrittura di proclami assolutamente inefficaci ed inattivi, per quale motivo Salvini e Meloni risultano totalmente assenti per l’espletazione di un vero contrasto dal punto di vista dell’opposizione politica e di garanti e difensori, delle norme Costituzionali, prima, e delle norme ordinarie, dopo?
Come se non bastasse, infatti, i due maggiori Partiti di opposizione (Lega e Fratelli d’Italia) sembrano aver chinato completamente la testa, innanzi ai deliri di un Giuseppe Conte, decidendo di partecipare anche loro, a quel delirio pseudo politico, dei cosiddetti “stati generali”.

Viene quindi da chiedersi, se allo stato attuale delle cose, il popolo italiano abbia un’opposizione politica a cui rivolgersi o se, il popolo stesso, debba recepire l’assenza ed inattività politiche dell’opposizione politica italiana, come una resa da parte della stessa, innanzi ai poteri forti che sostengono Conte, e che quindi voglia di conseguenza significare un invito al popolo stesso, di prendere le armi, e di scendere in piazza a rivoltarsi?
La pazienza del popolo, è oramai terminata. Urgono risposte, o le risposte, gli italiani, se le daranno da sole.

Emmanuel Giuseppe Colucci Bartone

EMMANUEL GIUSEPPE COLUCCI BARTONE

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